Infortuni domestici: una malattia da 8mila morti all’anno
Negli ultimi mesi i mass media hanno trasmesso notizie fortemente concentrate sull’influenza A/H1N1 evidenziando puntualmente la propagazione del virus e i decessi che al 15 novembre si sono attestati sfortunatamente a 58 vittime. Ma quante morti a causa di incidenti domestici si verificano ogni anno? Solamente in Italia si verificano 4 milioni di incidenti domestici all’anno, dei quali quasi 8 mila risultano essere mortali. Un numero molto elevato se si pensa che gli incidenti sul lavoro sono circa 1 milione e quelli stradali poco meno di 300mila. Molte dimenticanze come le pentole lasciate sul fuoco, i rubinetti del gas dimenticati aperti, gli apparecchi elettrici utilizzati quando si è bagnati o in prossimità di acqua, lo spegnimento degli elettrodomestici tirandone il cavo, spesse volte risultano essere fatali.
Le principali cause degli infortuni vanno attribuite alle perdite di gas o di acqua, al malfunzionamento dell’impianto elettrico, a composti chimici, ai detersivi e all’avvelenamento da monossido di carbonio il quale si trova sottoforma di gas incolore, inodore, insapore e non irritante. Tali caratteristiche rendono il monossido di carbonio un killer silenzioso. Gli impianti più pericolosi sono gli scaldabagni a fiamma libera nei servizi igienici, le caldaie a gas poste nei locali piccoli e con scarsa ventilazione, le canne fumarie con scarso tiraggio e gli impianti difettosi, mal funzionanti o non correttamente installati.E’ anche bene ricordare che, a volte, è sufficiente un incendio di piccolissime dimensioni per sprigionare grandi quantità di fumo che possono determinare gravi danni alle persone, un esempio è il classico pentolino che brucia sul fuoco.Le vittime più frequenti degli incidenti domestici sono le donne, con un’esposizione al rischio che si aggira attorno al 65% contro quella degli uomini che si attesta verso il 35%, gli anziani, i disabili e i bambini.Dati ISTAT rivelano che la fascia maggiormente colpita come numero di decessi per traumi accidentali è quella che va dall’età infantile a quella giovanile.
Gli infortuni che coinvolgono i bambini da 0 a 4 anni sono circa 68mila; nella fascia d’età da 1 a 14 anni, l’incidente tra le mura domestiche è la prima causa di decesso con un indice che si aggira attorno al 28%. Una vera e propria “malattia”. Basti pensare che fin dalla nascita i bambini possono essere vittime del cosiddetto “soffocamento meccanico” il quale può essere causato da svariati motivi come il rigurgito di latte o di pappa che tornando indietro va ad ostruire la faringe; l’inalazione nei polmoni di polveri per l’igiene; oggetti estranei come lacci al collo per il ciuccio, bavaglini, collanine, sciarpette indossate dal neonato nella fase del sonno o quando non sono controllati da un adulto; cuscini troppo alti e soffici e sacchetti di nylon; corpi estranei come bottoni, noccioli di frutta ed altri oggetti di analoghe dimensioni che vengono aspirati nelle vie aeree; gli stessi genitori possono inavvertitamente causare il soffocamento accidentale del bimbo messo a dormire accanto a loro. Frequenti sono pure i traumi, a volte con conseguenze gravissime, riportati dalle “cadute” dal fasciatoio o dal letto privo di sponde perché lasciati soli “quell’attimo” fiduciosi del fatto che “intanto non si muove” e dalle cadute dal seggiolone o addirittura a seguito della caduta dell’adulto che lo porta in braccio.Una grande attenzione va data anche all’ ”avvelenamento accidentale” causato da farmaci incustoditi, o dalla errata diluizione del latte artificiale con un liquido tossico incolore conservato in una bottiglietta di acqua priva di etichetta e alle “ustioni” provocate dall’acqua bollente durante il bagnetto e dal contatto con superfici calde. Numeri che parlano da soli ma poco “pubblicizzati”.
Luca Bovo