Arte
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Camminando nell’arte

Rassegna di pittori emergenti

Presso la Sala espositiva “E. Lancerotto”- Palazzo della Loggia di Noale, con il patrocinio del Comune, Assessorato alla Cultura della Città di Noale e l’Associazione “Officinacultura” di S. M. di Sala, sabato 19 gennaio 2013 si è aperta la rassegna di artisti emergenti “Camminando nell’Arte”, un’esperienza che nasce dall’incontro di chi scopre nella pittura il modo di realizzare e raccontare esperienze e sentimenti visti con la creatività e con la sensibilità propria dell’arte.
Un cammino intrapreso per ricercare un modo di esprimersi attraverso tecniche diverse, soggetti studiati con attenzione, suggestioni dell’animo, con l’impegno personale cui risponde la soddisfazione di sentirsi “realizzato”.
I dieci artisti che espongono in questa mostra hanno fornito prova di una certa ecletticità e differenziazione nella scelta dei soggetti, anche se indubbiamente si percepisce quanto l’ambiente circostante, la natura, le proprie esperienze di vita siano elemento fondamentale dei soggetti delle loro opere in particolare:

Alberto Finco con i suoi paesaggi e nature morte,  dalle trame immediate, larghe e dinamiche, sintetizza le forme grazie alle sue gamme cromatiche, fresche e mosse da un’atmosfera ariosa. La centralità della materia viene portata a dissolversi nell’indeterminata connotazione in cui il colore prevale sui segni e la spatolata esalta rapidamente la circostanza, sottolineata da vibrazioni che spartiscono i piani come in: “Uscita a Vieste”, “Tuffo nel passato”.

Alberto Finco: "Tuffo nel passato"

Alessandro Dorella: due lati della sua personalità artistica si realizzano in contesti diversi, ricchi di rimandi iconici autonomi, ma in perfetto sincronismo tra l’eleganza e la precisione del segno e la geometria dei colori. Nei paesaggi ”Uno sguardo su Noale”, “Festa della zucca a Villa Albertanini di Vigonza”, i colori acrilici nella limpidezza delle partiture, geometricamente strutturati risvegliano quelle sensazioni destinate a caratterizzare l’immagine.

AlessandroDorella: "L'Annunciazione"

Nelle icone mantiene i valori della tradizione, astraendo dai fondi dorati una struttura compositiva, rispettosa dello schema tradizionale e del veicolo devozionale, tradotto in colori luminosi, in sagome aggraziate, assomiglianti a rilievi, nelle quali la precisione e l’eleganza del segno, le movenze d’un gesto, concentrano nello sfondo un effetto di suggestione emotiva.

Claudio Pigozzo
nella ricerca dei soggetti vive diversi momenti in un equilibrio di forme dai rapporti e dai rilievi reali, cogliendo un aspetto noto o una sensazione della natura, poi sceglie i particolari, come nel “Portego”, “Scorcio di Asolo”, “Dalla Senna”, scoprendo con puntualità i passaggi di luce che inquadrano l’elemento interpretato, gli impasti più intensi, in un clima di vitalità e di armonia.

Claudio Pigozzo: "El portego"
Anche la figura umana è elaborata selezionando con forza i caratteri più grotteschi, in una relazione luce e colore di forte intensità.

Daniela Barizza
: Gli ambienti sono realizzati attraverso precise trame di segni, tagli compositivi mossi soprattutto dalla profondità della luce, giocata in accordo agli spazi che scandiscono la prospettiva.

Daniela Barizza: "Montagne innevate"
Le sue esperienze personali, gli ambienti della montagna, i personaggi cui rende onore, le attrazioni verso l’oriente, sono spunti di ricerca e di espressione in cui il richiamo cromatico promuove una sensibile dialettica tra luci e ombre. Anche nelle opere in Bianco-Nero mantiene un equilibrio preciso di contrasto, con felici modulazioni e richiami plastici essenziali, sintetizzando i significati allusivi dell’immagine.

Gianni Gobbo
nelle opere ad acquerello converge su vari aspetti compositivi, su partiture dove l’immagine, dai paesaggi ai fiori, viene raccolta con scioltezza espressiva, incontro di realtà e di memoria, sensazioni e sentimenti.

Gianni Gobbo: "Nevicata sul Civetta"
Essenziale nell’intuizione dal vero, usa timbri di colore decisi e coerenti con la realtà, dove l’elemento fondamentale diventa l’atmosfera che si percepisce, provando un senso di meraviglia e di leggerezza regolati da giochi sintattici, dalla schiettezza della visione, da moduli immediati, da armonie misurate, tese all’emozione e a dare risalto alla costruzione compositiva come nella veduta del Civetta, o nel temporale d’autunno, dove gli elementi acquistano la propria collocazione spaziale grazie agli accordi delle tinte chiare e scure.

Lilia Munaro
: gli acquerelli di quest’artista sono frutto di una pittura fresca, spontanea, melodiosa, rivolti a trasmettere l’entusiasmo, l’emozione provati al cospetto del veduto.

Lilia Munaro: "Ingresso in villa"
Ne sono un esempio i soggetti ripresi da un risveglio dopo una nevicata trasformati in una narrazione di gentili armonie e di amore verso la natura. Il suo tessuto pittorico è luminoso, equilibrato e mantenuto nella struttura adatta a fermare una sensazione, il ricordo nella memoria.
I soggetti figurativi realistici, sono eseguiti con collaudata tecnica che li rende vivi nei particolari, nell’eleganza poetica, nel racconto di un particolare d’ambiente nel quale coincidono atmosfere ed effetti di luce, giochi di colore con toni leggeri ed effusioni liriche.

Lucia Bessegato
: Nelle veloci spatolate dove i colori a volte carichi, con preferenza di toni caldi, graffiati dal bianco, appare il piacere di riprendere uno spunto della realtà conferendogli una stilizzazione particolare;

Lucia Bessegato: "Il vecchio caseificio"
“Noale centro”, “Il vecchio caseificio”, “Il canale di Venezia”, o la natura morta ”Fiori e zucche”, in ogni dipinto si ritrova una zona caratteristica dissolta in toni più elaborati, nei riflessi e nella luminosità che risalta, avvolge e coinvolge il paesaggio.

Piero Agostini
: Nei paesaggi è il colore che fa da padrone ed è in grado di mantenere un rapporto con la realtà dando spazio alla sensibilità lirica dell’artista. Da “Rosso veneziano” al “Glicine del Borgo”, il “Notturno a Treviso”, “Primavera stranamore”, “Primo gelo”, sono una rielaborazione della realtà visiva che lasciano spazio alle impressioni e ai riflessi.

Piero Agostini: "Notturno a Treviso"
Nei colori coglie suggerimenti e impulsi, a volte molto vicini alla realtà, ma con quella vibrazione segnica frutto di una sensibilità un po’ trasognata in cui il ricordo si confonde con la sensazione e l’emozione.

Matteo Pantano
Il linguaggio pittorico dell’artista si snoda nel gioco essenziale del colore e del piano che lascia saltare fuori l’immagine nell’intersecarsi della forma e della luce.Dai pastelli ai pigmenti, la tecnica si carica di risalti strutturali seguendo una metafora individuale. Le figure si presentano come situazioni di vita, s’infiltrano in una dimensione reale che intravvede una denuncia sociale.

Matteo Pantano: "Mentimi"
L’espressione degli occhi indaga sull’evento e accompagna tutti quei particolari che pongono l’accento sull’evento: “Occhi silenziosi giudicherà il mondo”, “Mentimi”, “Nell’ombra”, “Ricordati noi possiamo salvarlo”, “Attimi”.
La scorrevolezza delle scansioni si avvale dell’impressione di profondità, di spazio, di volume e luminosità in un’armonia raggiunta mediante gli accostamenti cromatici guidati dai valori espressivi fuori da schemi e da occasionalità.

Adriana Carbone
: I paesaggi, gli scorci sono legati principalmente alla luce, alle atmosfere e agli umori dell’ambiente, rivolti su valori essenziali, arricchiti da un’eleganza interpretativa personale.

Adriana Carbone:: "L'attesa"
Sono aspetti della realtà analizzati e condivisi in cui si avvertono il senso della ricerca e la pennellata virtuosa e qualche piacevole indugio con criteri tipici della veduta: “Vecchia Venezia”, “Capanni”, “Fondamenta”, “Laguna”, “Autunno”, non mancano di suggestive risoluzioni espressive, ma è nell’opera “Attesa” che realizza un’atmosfera che non è solo frutto d’ambiente, ma di gioco della luce che accentua l’aspetto plastico e dalla concatenazione tra spazi e tratti che scandiscono la prospettiva.

Prof. Lidia Mazzetto